Da diversi anni rincorrevo il sogno di un viaggio
di pesca in Mongolia....perché la Mongolia....non lo sapevo bene
all'inizio ma piano piano, man mano che si andava delineando la possibilità
di organizzarne uno prendevano forma parecchi particolari che rendevano
la Mongolia una meta assolutamente unica non solo per il pescatore a mosca,
ma anche per il viaggiatore a caccia di luoghi inesplorati e per la maggior
parte dei "turisti" assolutamente sconosciuti! Grazie anche al grande mezzo
comunicativo che è Internet, raccolsi informazioni su questo paese....dall'altra
parte del mondo....sulla sua morfologia e sulla fauna che lo popola ( in
particolare l'ittiofauna caratteristica di questi luoghi). Era fatta! Il
grande sogno era cominciato! A differenza da quello che comunemente
siamo portati a credere, la Mongolia (1566500 Kmq di superficie quasi come
l'Europa occidentale ma con solo 2 milioni di abitanti....un abitante per
Kmq!) non è una landa desertica e desolata ma anzi al suo interno
si possono trovare climi assai differenti che vanno appunto dal desertico
(a sud si trova il grande deserto di Gobi) al clima alpino delle regioni
montagnose del centro e del nord (la più importante catena montuosa
è quella dell'Alkanghai).
Numerosi sono i laghi ed i fiumi che solcano
il territorio mongolo con un'ittiofauna straordinariamente ricca di specie
differenti e soprattutto di specie endemiche di inestimabile pregio ed
interesse non solo alieutico ma anche scientifico. Di tutti i pesci
che popolano i fiumi ed i laghi mongoli, quelli che al PAM interessano
maggiormente (e che hanno colpito profondamente la mia fantasia ) sono
sicuramente i salmonidi (Ucho Taimen, Brachimystax Lenoki) e i Timallidi
(Tymallus articus, Tymallus brevirostris, Tymallus Baikalensis) L'Ucho
Taimen è sicuramente la specie ittica di maggior "impatto" per il
pescatore a mosca:
il Taimen (diffuso anche in Siberia, Corea del
Nord e forse Cina) è infatti il "cugino" asiatico del cosiddetto
Salmone del Danubio (Ucho Ucho) diffuso appunto nel bacino idrografico
del Danubio (Austria, ex Yugoslavia...) e, introdotto pare con esiti discretamente
positivi in alcuni fiumi della penisola iberica. Il Taimen è dunque
un salmonide che occupa grossomodo la stessa nicchia ecologica della nostra
trota marmorata, ma a differenza di quest'ultima raggiunge dimensioni incredibili
potendo toccare i 70 Kg di peso e superare anche di molto il metro e mezzo
di lunghezza.........un vero mostro dalla caratteristica livrea rosso
acceso nella parte caudale che sfuma gradualmente al grigio piombo sul
capo con la immancabile punteggiatura nera sul dorso e sui fianchi; anche
se meno fitta che in altri salmonidi. La trota Lenok (Brachimystax Lenoki
) è invece del tutto simile ad una trota; raggiungendo però
dimensioni ben maggiori (fino a 90 cm.). Un'altra particolarità
della trota Lenok è costituita dalla struttura della bocca che è
più simile a quella dei ciprinidi (sia come forma più larga
ed arrotondata sia come consistenza con labbra carnose e molli) ma con
al suo interno dei dentini niente male! I temoli presenti in Mongolia sono,
per quello che ho potuto constatare, per la maggior parte Temoli Artici,
dalle grandi e variopinte pinne anche se non dalle dimensioni eccezionali
come in altra parti dell'emisfero boreale. Sono poi stati catturati probabilmente
anche esemplari della specie "brevirostris" che però non è
stato possibile classificare con certezza viste le minime differenze dal
temolo artico.
L'AMBIENTE
Il fiume dove ho pescato in compagnia di altri
11 "assatanati" lanciatori è il Chulut Gol; uno stupendo corso d'acqua
che scorre nella provincia dell'Alkanghai; più o meno al centro-nord
del territorio mongolo.
Il fiume Culut nasce dalla catena montuosa dell'Alkanghai
appunto e scorre all'inizio in una larga pianura morenica con un letto
prevalentemente ghiaioso e con una conformazione molto "dispersa" che ne
riduce di molto la profondità. La parte più interessante
del suo percorso, è quella centrale, che si snoda interamente all'interno
di un magnifico e profondo canyon dalle sponde aspre e selvagge. Qui il
fiume diventa più suggestivo e variegato con rapide, lame profonde
e pool dalla bellezza mozzafiato...non mancano le cascate e i piccoli laghi
dove l'ambiente geologico circostante ne permette la formazione.
Numerosi anche gli affluenti dalla rara bellezza
in particolare uno, il principale per dimensioni, che prende origine da
un lago vasto e incontaminato dove dal 1965 la pesca è stata vietata
in quanto parco naturale....Si può solo immaginare la ricchezza
di fauna ittica che lo popola. Il tratto di fiume in concessione all'organizzazione
di cui eravamo ospiti ( Mongolian Fishing) era lungo circa 74 Km. tutti
all'interno del canyon e per la maggior parte difficili da raggiungere
(pensate che i 48 Km finali della riserva si possono raggiungere solo a
piedi o a cavallo con una marcia di avvicinamento di almeno un giorno!)
che neanche le nostre guide austriache Berndt e Ilia, che da sette anni
frequentano la Mongolia ed in particolare il fiume Chulut, conoscono e
tantomeno hanno pescato. In dieci giorni di pesca, in dodici pescatori
e con un "orario di lavoro" di dodici ore al giorno, avremo pescato si
e no 10 o al massimo 15 Km. di fiume! Nonostante questo posso assicurare
che c'è stato da fare indigestione di pesce per tutti!
Il problema semmai era quello di sentirsi degli
intrusi e dei "potenziali devastatori" alle prese con un fiume assolutamente
naturale e selvaggio in cui non ci sono immissioni di pesce pronta-pesca
e tutto quello che si prende è offerto esclusivamente da Madre Natura!
E' dunque molto importante accostarsi al fiume ed ai suoi pesci con molta
attenzione ed una sana dose di AUTOCONTROLLO; limitandosi non solo al no-kill
( infranto solo due volte per assaggiare i filetti di Lenok e di temolo
affumicati o fritti.....una vera meraviglia) ma anche ad un tempo e ad
una modalità di pesca che ci permetta di selezionare le nostre prede
senza la smania di arraffare ma seguendo la vera poesia della pesca a mosca
che permette di fermarsi, spesso dopo una bella cattura , lungo le sponde
del fiume per fumarsi una sigaretta, fare un sonnellino o ammirare il volo
delle aquile reali, degli avvoltoi...le corse dei cani delle praterie e
delle marmotte, gli stormi di gru, beccacce e colombacci che fanno anch'essi
parte dell'avventura e rendono la pesca in questi posti una cosa assolutamente
unica. Risulta piuttosto difficile trovare un termine di paragone per far
capire che cos'è la pesca sul Chulut Gol.... Si potrebbe paragonare
l'ambiente naturale di questo fiume a quello dell'Europa continentale ai
tempi dell'Impero Romano....grandi spazi assolutamente naturali e selvaggi
con una pressione di pesca irrisoria visto che le popolazioni locali non
amano il pesce e raramente se ne cibano.
Immaginate delle lande desolate...prati di stelle
alpine e genziane a perdita d'occhio, ore ed ore di cammino sulle rive
di un fiume che non ha mai visto un pescatore ne tantomeno un pescatore
a mosca!
I pesci non hanno mai visto una mosca artificiale
ed un filo di nylon e non hanno la minima idea di che cosa sia una Red
Tag o una effimera montata "parachute".... Capite benissimo che la
dimensione del "problema pesca" in un luogo del genere assume dei tratti
quasi surreali del tutto particolari e nuovi che non hanno più nulla
a che vedere con i problemi di casa nostra.... Qualsiasi cosa cada in acqua
o si muova sulla superficie di essa rappresenta, per i pesci, una potenziale
preda e per questo va assaggiata.....più la mosca artificiale è
grande più grande è il pesce.....salvo alcune eccezioni che
vedremo in seguito...
LA PESCA
La giornata cominciava alle otto della mattina
con una leggera colazione: tè, caffè, pane burro, marmellata,
qualche volta wurlster o affettati vari per poi partire, a piedi, in jeep
o a cavallo verso i luoghi di pesca.
E' sempre bene non avventurarsi da soli poiché
il campo di pesca è in un luogo molto isolato a più di quattro
ore di jeep fuoristrada dal centro abitato più vicino. In queste
condizioni anche il minimo incidente o semplice inconveniente è
da evitare per non rischiare di rovinarsi e di rovinare ai compagni di
pesca la vacanza. Osservando questa elementare regola di buon senso(e con
un po' di fortuna sospetto!!) si sono evitati infortuni gravi e meno gravi
se si escludono gli immancabili bagni fuori programma! Il pranzo era alle
14.00 o al campo o, se si era molto distanti, al sacco. La pesca continuava
nel pomeriggio fino a sera ( pochi pescavano fino alle 21.00, la maggior
parte dei partecipanti smetteva verso le 17.00, causa indolenzimento degli
arti superiori!) Alla sera dopo una salutare doccia calda si cenava: riso,
minestre e carne erano la base del menù proposto dalle abili cuoche
mongole del campo; ma si assisteva spesso a "contaminazioni culinarie mediterranee"
dovute alle provviste portate da casa (spaghetti, vino, salami, parmigiano,ecc.
ecc. ) Il dopocena trascorreva veloce tra i resoconti della giornata, le
disquisizioni filosofico-culturali sui dressing migliori e...tanta, tanta
vodka e birra che erano il vero collante della compagnia. Verso mezzanotte
quasi tutti erano in branda e il silenzio scendeva sul campo.
CLIMA
Il clima, durante i dieci giorni di permanenza
al campo è stato eccellente: un solo giorno di pioggia, temperature
di 25° C. di giorno e 12°C. di notte( indispensabile un buon sacco
a pelo), poco vento e aria secca...un vero paradiso..... Se si aggiunge
poi la TOTALE ASSENZA DI INSETTI NOCIVI (zanzare, mosquitos, tafani ecc.)
bisogna ammettere che la Mongolia non ha eguali nel resto del mondo in
fatto di vivibilità
ATTREZZATURE E AZIONE DI PESCA
L'attrezzatura ideale è, a mio avviso
composta da almeno quattro canne: due leggere per coda 5/6 adatte alla
pesca di trote e temoli e due pesanti per coda 8/9/10 per la pesca del
Taimen. Attenzione perché può capitare di agganciare Taimen
anche pescando leggero e la faccenda può essere abbastanza complessa.
Al sottoscritto è capitato ben due volte di agganciare un Taimen
pescando Lenok e Temoli:
La prima volta sotto gli occhi increduli di due
compagni di pesca ho avuto la fortuna/ sfortuna di agganciare il pesce
più grosso della mia misera esistenza e probabilmente il più
grosso tra tutti i partecipanti alla vacanza.....Il mostro, stimato intorno
al metro e mezzo di lunghezza ha avuto l'ardire di mordicchiare uno Stimulator
arancione su amo del 12 fatto pattinare a centro buca...fin qui tutto bene
se non fosse stato che l'IDIOTA (il pescatore...non il pesce!) aveva pensato
di divertirsi un po' montando un finale dello 0, 21!!!! Potete immaginare
com'è andata a finire la lotta tra il Tapino ed il mostro che, dopo
averlo stancato per bene facendolo correre per più di duecento metri
sulla riva del fiume tra massi e fango, ha deciso con un a breve pausa
in una spanna d'acqua ed il successivo e spettacolare salto con testata
violenta, di terminare 1-0 l'incontro senza che il misero finale potesse
minimamente contare qualcosa in tutto ciò. Aggiungo solo che
la sera stessa, a causa dello shock subito il tapino aveva 39°C. di
febbre da strapazzo!!!
Da quel momento non mi sono mai più permesso
l'ardire di montare un finale inferiore allo 0.33 che, oltre al non essere
di alcun disturbo per temoli e trote, mi ha permesso due giorni dopo di
catturare e portare a riva un altro Taimen di 105 cm , salito a ghermire
una hopper su amo del 12: Questa cattura è record! La bollata
del Taimen di buone dimensioni è qualcosa di incredibile...dirompente...paragonabile
ad un pessimo tuffo con spanciata del peggiore tuffatore olimpico....insomma
una roba da sballo! La difesa non è invece nulla di eccezionale
inquanto il Taimen non oppone grandi fughe e srotolamenti di backing...ma
è pur sempre un "bambino" di dieci, quindici e più Kg. che
da testate e esegue spettacolari salti fuori dall'acqua. Si stanca abbastanza
presto e necessita di un'accurata rianimazione prima di tornare in libertà.
Lenok e Temoli sono invece grandi lottatori e,
considerate le dimensioni assai minori, si può dire che vendano
cara la pelle! Come ho già accennato poco sopra il diametro
dei finali non riveste una grande importanza: diciamo che per la mosca
secca va benone uno 0.28 / 0.35; mentre per la pesca specifica del Taimen
si dovrà stare necessariamente su calibri tipo 0.40/ 0.60. Queste
misure ci mettono al riparo in ogni caso da brutte ( o belle?!) avventure
come quella capitata al sottoscritto.
MOSCHE
Per quanto riguarda le mosche da utilizzare il
discorso è allo stesso tempo semplice e complesso:
semplice perché qualsiasi cosa che galleggi,
assomigli anche molto vagamente ad una possibile preda e sia ben visibile
al pescatore va bene per pescare in Mongolia; a farla da padrone, vista
anche la quantità di pastura naturale, sono le cavallette...di tutti
i tipi e di tutti i colori basta che siano di dimensioni generose, ottime
quelle in foam o pelo di cervo....ma la sperimentazione è solo agli
inizi! Sedge e terrestrial sono ottime ma anche le effimere sia in
caccia che in schiusa danno buoni risultati sia per le trote che per i
temoli. Il discorso si complica un attimino per quanto riguarda la pesca
del Taimen: non tanto perché il pesce sia più difficile da
insidiare ma perché la pesca specifica al Taimen si effettua di
regola con imitazioni di topolino fatte pattinare in superficie. Tre i
problemi maggiori:
* Il lancio che non è sempre agevole con
esche voluminose montate su ami del 2/0
* La galleggiabilità che resta a mio avviso
un fattore di grande importanza ai fini della cattura anche se non tutti
concordano avendo agganciato Taimen anche con imitazioni di topolino che
oramai viaggiavano ben al di sotto del pelo dell'acqua
* Ed infine, ma probabilmente è il problema
principale, il fattore AMO che deve essere sempre affilatissimo e molto,
molto robusto e resistente pena la perdita di numerosi pesci che
si slamano, raddrizzano ami da boccalone, e in alcuni casi li spaccano
di netto.
La ricerca e la sperimentazione condotta al campo
da "numerosi esperti" ha portato ad un paio di dressing originali molto
catturanti (oltre naturalmente al sempre buon vecchio topolino in cervo
rasato):
* Il primo dressing è composto da: codina in strip di coniglio arancione/bruna corpo in cilindro di foam grigio sagomato testa in pelo di cervo viola o arancione svasata
* Il secondo dressing è stato concepito
per permettere di sostituire ami spuntati o rotti senza dover buttare anche
il topolino:
Si costruisce dunque un topolino di pelo di cervo
rasato anziché sull'amo direttamente, su uno spezzone di monofilo
dello 0.60 con due asole agli apici che permetteranno di infilare il corpo
su un amo nuovo fissando l'asola di testa con il nodo del finale direttamente
sull'occhiello
Questo è un piccolo resoconto molto condensato
della mia esperienza di pesca in Mongolia....provare per credere!
ATTENZIONE! Perché esperienze come questa
toccano profondamente l'intimo di ogni pescatore e, tornati in Italia si
fatica non poco a riprendere contatto con la realtà!
Io non sono ancora riuscito ad andare a pescare
da quando sono tornato a casa...ho troppa paura del confronto!
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