"Il Mio Primo Temolo"                     di  Bruni Raffaele


Tutto cominciò nel 1987 quando mi avvicinai a questa disciplina. Desideravo apprendere le basi della Pesca con la Mosca e cercavo disperatamente un "corso" al quale iscrivermi. Finalmente grazie al negozio di "Roberto Pragliola" fui indirizzato al "C.P.M Firenze", che proprio in quel periodo aveva organizzato un "Corso Teorico-Pratico di Pesca con la Mosca" che si svolgeva presso il "Centro Tecnico Federale di Coverciano". 
 
Allora avevo solo 17 anni. Insieme ad altri giovani più o meno della mia età, formammo un gruppetto di ragazzi  seguiti da uno dei sei istruttori del "C.P.M Firenze". Era quanto cercavo da tempo! Un esperto pescatore ed insegnante di lancio con la coda di topo che  spiegava e mostrava a tutti noi,  praticamente, la maniera corretta di usare la canna da mosca. Nelle serate "Teoriche" che si alternavano a quelle pratiche in palestra, vennero affrontati molti altri temi, come le "mosche", le "attrezzature", la "coda di topo",  i "finali e i nodi"  e tutto ciò che serve  per poter andare sul fiume con una preparazione sufficiente al superamento delle difficoltà iniziali, che non sono poche. In quel gruppetto di ragazzi di cui facevo parte c'era  Niccolò, un  ragazzo che aveva un anno meno di me. Ci conoscemmo e diventammo subito amici.  In tutto il periodo della  durata del "Corso" ci aiutavamo l'un l'altro, consigliandoci  su  come impugnare la canna , la posizione corretta del braccio destro nel sollevarla, imprimere energia alla coda, lo shooting, e via dicendo.
 
Seguimmo con grande attenzione ed interesse tutte le lezioni teoriche e pratiche del "corso" fino alla loro conclusione. Ora potevamo cominciare ad andare a pescare. La sfortuna era che purtroppo non avevamo la patente a causa della minore età ma solo una Vespa 125. Così io e Niccolò non ci potevamo allontanare troppo dalla città e perciò le nostre prime uscite di pesca a mosca le facemmo nei dintorni di Firenze. Avevamo una voglia matta di prendere trote e temoli dei quali  avevamo anche  visto alcune diapositive di splendide catture di questi pesci, proiettate al Club in una serata del "corso". Il nostro sogno si avverò quello stesso anno grazie al padre di Niccolò che ci portò a pescare in Austria, precisamente sull'Isel. Il Fiume Isel a Matrei in Austria
 
Al gruppo formato da me, Niccolò e suo padre si aggiunse un'altro ragazzo, Emiliano,  anche lui alle sue prime esperienze di pesca. Il padre di Niccolò non era un pescatore e quindi  ci faceva da autista nel vero senso della parola. Noi decidevamo  dove andare a pescare, sceglievamo i tratti del fiume che più ci piacevano e quelli dove fermarsi, chiedevamo di andare di qua e di là. Potete immaginare quanto stressammo il nostro comprensivo autista, che pazientemente assecondava le nostre richieste.

Pescavamo nelle ore più calde di metà giornata perché essendo verso la fine stagione restare tutto il giorno sul fiume non era proprio possibile. Prendevamo un sacco di trote, tutte con la mosca secca, dato che a "mosca sommersa" ed a "ninfa" non eravamo ancora capaci. In ogni caso di temoli neanche l'ombra!

Non sapevamo cosa fare. Ci avevano detto che per pescare il temolo quello era il periodo migliore. Andammo avanti in questo modo per un paio di giorni ma l'ultimo dei tre giorni di permanenza con una piccola mosca in "Cul de Canard", pescando su delle timide bollate di cui non riuscivo ad immaginarmi che pesci fossero, mi riuscì di catturarne uno. Quando vidi che si trattava di un temolo non vi dico l'emozione,  la mia gioia e gli urli che lanciai nel silenzio del fiume. Un temolo! Un temolo! gridai ai miei amici poco lontani, che arrivarono correndo. Ammirammo tutti insieme l'eleganza di questo splendido pesce e la sua grande pinna dorsale. Il profumo caratteristico di anguria che emanava,  rimase piacevolmente a lungo sulle mie mani.

Raffaele e Niccolò                                   Raffaele

Nonostante i miei amici si congratulassero con me per la cattura del bellissimo temolo, capivo molto bene che Niccolò era geloso marcio! poiché in effetti fino ad allora lui non ne aveva preso nemmeno  uno. La stessa cosa per Emiliano. Tuttavia la costanza di Niccolò fu premiata dopo non molto tempo, quando finalmente ferrò un temolo, un bellissimo esemplare che lo fece dannare non poco, ma che riuscì a portare a riva. Per Emiliano, nonostante l'impegno che ci mise, non ci fu niente da fare. 

La sera a cena non si stava nella pelle dalla contentezza e non vedevamo l'ora, una volta tornati in Italia, di poter raccontare al Club, il giovedì successivo, la nostra avventura.

Così si concluse la nostra prima seria uscita di pesca. Una esperienza che non potremo mai dimenticare. Il giorno che io e Niccolò catturammo con la mosca il nostro primo meraviglioso temolo!


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