Spinner in cul de canard

dressing di Ugo Mongardi Fantaguzzi

 

Dopo la pubblicazione, sul N° 1 della rivista  Sedge &  mayfly, dell’articolo con cui presentavo la tecnica di costruzione da me chiamata “doppio parachute”, ebbi il piacere di conoscere a Salsomaggiore, in occasione dell’annuale incontro con il mondo dei pescatori a mosca, Arnaldo Bompensieri. Seppi così che anche Lui aveva messo a punto e brevettato una tecnica di costruzione, per molti versi, simile a quella da me ideata. Fu appunto in quella occasione che lo stesso Bompensieri mi espose un metodo, particolarmente semplice e veloce, che per certi versi, è il logico punto di partenza dal quale far derivare anche la mia tecnica a doppio parachute.

 

Con questo metodo si possono infatti elaborare tante varianti molto interessanti.

Intendo qui descrivere appunto un’applicazione del metodo Bompensieri che, a mio avviso, risolve molti dei problemi inerenti l’utilizzo del cul de canard

 

L’intento è quello di costruire una mosca secca capace di affrontare acque di media turbolenza ma di conservare la sua efficacia anche in presenza di correnti molto più blande; un’imitazione generica che, da un lato, possa rispondere alle esigenze di chi desidera usare un’emergente e, dall’altro, possa essere usata anche come spinner tradizionale.

A questo scopo suggerisco di impiegare un amo leggero (che venga agevolmente sostenuto dal c.d.c.) ma con un’ansa abbastanza ampia (in modo che il corpo si immerga come un amo grub).

Io trovo particolarmente indicati gli ami TMC barbless della serie 103 size 17 e 19.

La peculiarità di questa tecnica è quella di fissare le barbe della piuma assecondandone la naturale disposizione sul rachide, tuttavia, in virtù dello stiramento a cui l’intera costruzione viene sottoposta, le barbe stesse finiscono col divaricarsi spontaneamente in tutte le direzioni lasciando comunque perfettamente scoperto e visibile il corpo. Ne consegue una particolare propensione della mosca ad asciugarsi con pochi falsi lanci, minimizzando la tendenza a quel fastidioso affastellamento delle fibre bagnate tipico delle imitazioni in c.d.c. .

 

Infilate preventivamente nel tubetto del bobinatore un anellino di plastica della larghezza appropriata alle dimensioni della mosca da costruire ed inserite nel bobinatore stesso un filo da montaggio nero. Allestite poi un secondo bobinatore con un rocchetto di filanca (ottimo l’uni-stretch di produzione canadese).

 

Fissate il filo di montaggio ad 1/4 della lunghezza dell’amo (a partire dall’occhiello) e con questo, circa ad 1/3 dell’amo, bloccate la filanca, avendo cura che sporga in avanti (dalla parte dell’occhiello) per una lunghezza di circa 5 centimetri.

Tenendo il bobinatore della filanca, ben teso indietro ed in asse con l’amo, (fig. 1) procedete velocemente avvolgendo il filo di montaggi in direzione dell’ansa. Una volta raggiuntala lasciate pendere il filo di montaggio ed avvolgete la filanca per formare il corpo. Questa operazione va fatta tenendo il filato particolarmente teso per stirare completamente la naturale arricciatura delle fibre; eviterete così che la mosca assorba acqua e che, quando la filanca si sarà bagnata, il colore scurisca troppo.

La lunghezza del corpo, che deve essere ben sagomato e ragionevolmente affusolato, occuperà i 2/3 dell’amo a partire dall’ansa.

Terminata la costruzione del corpo, riportate in avanti il filo di montaggio avvolgendolo con spire larghe e ben tese così da imitare l’anellatura dell’addome.

Servendovi del filo di montaggio, fermate la filanca collegata al bobinatore, subito davanti ai 5 centimetri di filato ancora fluttuanti poi tagliatela via.

Fissate ora due piume di cul de canard (fig. 2) (se sono piccole a volte ce ne vogliono tre) subito davanti al pezzetto di filanca libero, eliminando la parte rigida del calamo e le prime barbe, spesso troppo lanose.

Se le piume sono due, vanno fissate una per lato con la parte sottile volta indietro. 

Può risultare utile appendere una pinza da elettrotecnico all’apice di una delle due piume di c.d.c. in modo che penda in basso e non sia coinvolta dall’operazione di avvolgimento dell’altra. Girate una piuma dopo l’altra attorno al segmento di 5 centimetri di filanca che terrete con la mano sinistra, avendo cura di aggiungere ogni spira sempre sotto alla precedente. Per rendere più agevole questa manovra vi consiglio di spostare man mano la filanca dalla parte opposta alla porzione di piuma che state avvolgendo; sorvegliate costantemente che nessuna barba venga catturata dall’avvolgimento ma che tutte restino ben libere. Per ottenere questo è molto utile rinnovare, ad ogni giro, la presa della mano sinistra reclutando ogni volta anche tutte le barbe che sono già distribuite attorno all’asse di avvolgimento; queste verranno così stirate verso l’alto e non si verificheranno “parrucche” indesiderate.

Ognuna delle due piume dopo essere stata completamente avvolta va fermata davanti all’asse del parachute con alcuni giri del filo di montaggio.

Dopo una leggera pettinata del parachute che avete così ottenuto, (per distribuire a raggiera nel migliore dei modi le barbe) sfilate l’anellino di plastica dal tubetto del bobinatore e, (fig. 3) passando dal basso, introducetevi il rimagliatore. Dopo avere agganciato il segmento di filanca, fatelo passare attraverso l’anellino e mentre lo tenete con la destra ben teso in avanti, con la sinistra spingete l’anellino indietro infilandoci l’occhiello dell’amo e fermatevi quando tutte le barbe, intercettate dall’anello stesso, sono rimaste bloccate e distese indietro. Sarà così messo a nudo il campo dove effettuare la legatura della filanca, eseguita con giri stretti del filo di montaggio (fig. 4).

È importante in questo frangente, tenendo la filanca ben tesa in avanti ed appoggiata sull’asse dell’amo, procedere con la legatura in direzione opposta all’occhiello. Ad ogni giro del filo di montaggio la tensione della filanca tenderà così ad aumentare. Se avrete rispettato le proporzioni, lo spazio occupato dalle spire del parachute ora disteso in avanti, coprirà la giusta parte di quel terzo di amo da noi lasciato libero, riservandone, subito dietro all’occhiello, una piccola porzione per il nodo finale. Per garantirvi una chiusura più sicura, suggerisco di ripiegare la filanca in direzione opposta e di finire la legatura ripassandoci sopra con altri giri del filo di montaggio.

Volendo rendere più visibile la mosca io, prima della chiusura definitiva, (fig. 5) aggiungo sulla legatura un ciuffetto di barbe di c.d.c. bianco che fissato verso l’alto, assolverà ad una funzione vessillare evidenziando anche la corretta postura della mosca sull’acqua.

Dopo aver chiuso con l’annodatore e la solita goccia di colla attendete che questa sia secca e, tenendo l’intero ciuffo di barbe ben chiuso fra il pollice e l’indice, tagliatene via la parte distale (fig. 6) per conferire alla vostra imitazione il giusto volume.

 

N.B. 

Esistono in commercio diversi tipi di filanca che hanno una diversa grossezza. Come ho detto l’uni-stretch ha le dimensioni giuste per essere usato come tale, altri prodotti genericamente chiamati polifloss possono avere una grossezza insufficiente per costituire l’asse di avvolgimento del parachute. Suggerisco, usando questi materiali, di eseguire le operazioni come descritte in precedenza ma, dopo aver formato il corpo, all’atto di tagliare il filato, di lasciarlo lungo 5 centimetri. Questo secondo elemento, affiancato a quello già impostato in partenza, raddoppierà lo spessore dell’asse di avvolgimento del parachute.