Variante al metodo Klinkhamer su ami di grossa taglia

dressing di Ugo Mongardi Fantaguzzi

 

Senza dubbio dal punto di vista alieutico la più importante famiglia nel sottordine dei nematoceri è quella dei chironomidi.

Per la verità, la moderna sistematica classifica questa famiglia col nome di tendipedidi ma nella tradizione dei pescatori a mosca il termine chironomo è ormai consolidato e quindi mi sembra del tutto inopportuno abbandonarlo.

Le larve di chironomo, che generalmente frequentano fondi poco ossigenati, presentano un vistoso colore rosso, dovuto alla presenza di un’emoglobina simile a quella dei vertebrati; questo permette loro di vivere in ambienti con scarsa ossigenazione.

La specificità dei vari generi di chironomo per la concentrazione di ossigeno sciolto nell’acqua è tale che i limnologi li utilizzano per classificare le diverse tipologie lacustri.

Le dimensioni delle imitazioni utili alla pesca vanno da piccolissimi esemplari costruiti su ami del   N° 20 a larve realizzate su ami anche molto più grandi.

Per quanto riguarda il colore consiglio di puntare principalmente su artificiali di colore rosso, anche se a volte possono essere efficaci imitazioni di colore diverso.

Per il pescatore a secca è particolarmente importante la ninfa nella fase di preemergenza; proprio di questa fase costruiremo una grossa imitazione.

A dire il vero non credo che in natura siano molto frequenti chironomi da imitarsi con un amo grub del N° 10 ma, sperimentatane comunque l’efficacia, colgo l’occasione per descrivere una variante alla famosissima Klinkhamer di Hans Van Klinken.

In effetti il metodo di costruzione parachute di una ninfa preemergente di chironomo forzatamente si deve rifare alla  klnkhamer, pertanto gli accorgimenti che qui suggerisco possono essere vantaggiosamente applicati anche sul dressing tradizionale di questa insostituibile mosca.

(Fig. 1  Usate un amo grub N° 10 e fermatelo nel morsetto capovolto e bloccato vicino all’occhiello.

Da un tubetto di plastica rosso, con il foro compatibile con lo spessore dell’amo (vanno benissimo quelli usati per fermare i galleggianti montati su asticciola metallica), tagliate un pezzetto lungo quanto la distanza che va dall’occhiello alla metà della curvatura e infilatelo nell’amo, facendo attenzione che scorra senza essere forato dalla punta.

Spingetelo fino all’occhiello, poi aprite il morsetto e inserite l’amo nel modo solito.

 Mettete nel bobinatore un robusto filo di montaggio e dotatelo di un anellino in plastica di buon diametro.

Fissate il filo nella parte iniziale dell’ansa e fate scorrere il tubetto di plastica indietro fino a fargli ricoprire i giri di fissaggio del filo.

La forma dell’amo è tale che,  pur rimanendo nuda la parte finale dell’ansa, il corpo della imitazione presenterà una accentuata curvatura.

Fig. 2) Col filo stringete bene il tubetto, per modellare l’estremità caudale dell’addome, poi risalite lungo l’amo con spire larghe e ben serrate, per schiacciare la plastica e formare l’anellatura del corpo.

L’addome fatto col tubetto deve arrivare a cinque millimetri dal collo dell’occhiello e quindi deve essere ben bloccato con giri stretti.

Fig. 3) Subito davanti alla chiusura dell’addome fissate, a metà della sua lunghezza, uno spezzone di robusto filo di montaggio poi, sulla sua legatura, con un ciuffetto di pelo prelevato dal piede del coniglio delle nevi, formate il supporto attorno al quale avvolgerete il parachute (vedi avvertenze).

Fig. 4) Dietro al ciuffetto applicate un quill di coda di pavone e, tenendo con l’altra mano sia il pelo di coniglio che i due capi dello spezzone di filo, formate l’ingrossamento del torace con alcuni giri davanti e dietro al ciuffetto.

Fissate davanti al pelo di coniglio due hackle di misura appropriata, una red e l’altra blue dun, ed avvolgetele contemporaneamente attorno al ciuffetto, che deve comprendere anche i due monconi del filo sottostante.

Fig. 5) Formate un parachute ben compatto aggiungendo sempre ogni giro sotto l’altro e fermate le punte di hackle anteriormente.

Fig. 6) Sfilate l’anellino dal tubetto del bobinatore e fateci passare lo spezzone anteriore del filo.

Infilate l’anellino nella testa dell’amo e spingetelo indietro per metterne a nudo il collo.

Mentre esercitate una buona tensione in avanti sullo spezzone di filo, sormontatelo col filo di montaggio e, a partire dall’occhiello, procedete con giri serrati e ben stretti fino ad incontrare il parachute.

Ripiegate lo spezzone indietro e completate il fissaggio col nodo e la colla.

Dopo aver reciso il filo di montaggio,spingete l’anellino indietro fino al morsetto, in modo da  liberarlo da tutto ciò che conteneva  tranne l’altro spezzone di filo. 

Fig. 7) Riportate l’anellino in avanti, per sgombrare il campo posteriormente al torace in quill di pavone.

Qui fermate nuovamente il filo di montaggio e, tenendo ben teso indietro lo spezzone di filo,sormontate anche questo col filo di montaggio ed effettuate alcuni giri stretti; ripiegate poi lo spezzone in avanti e completate la legatura con l’annodatore e la colla.

 

Avvertenze

Le due chiusure dell’addome devono essere molto accurate, per impedire che l’acqua possa entrare all’interno del tubetto infatti, una volta entrata, provocherebbe in breve tempo l’arrugginimento dell’amo. 

 Volendo aggiungere un tocco di verosimiglianza alla parte distale dell’addome, imitandone la particolare struttura, fate scendere il tubetto di due millimetri oltre i giri che fissano il filo di montaggio all’amo, sfrangiate con la punta delle forbicine la parte di plastica che sporge in basso e praticate la legatura esattamente sopra il punto dove è fissato il filo di montaggio.

 Non sempre le zampe di coniglio delle nevi che si trovano in commercio sono di qualità accettabile; accertatevi che il pelo da utilizzare sia particolarmente lucente e non stopposo.

 Il pelo delle zampe di coniglio delle nevi è troppo corto per essere montato a metà della sua lunghezza e formare un ciuffetto proporzionato.

Pertanto, dopo aver tagliato il quantitativo necessario, ( ne basta veramente poco) dividetelo in due parti uguali e, disponendole una opposta all’altra, sovrapponete le due porzioni basali.

Fig. 8) Praticate la legatura come per il solito poly-wing, facendo passare i giri stretti di filo sulle due parti  sovrapposte specularmene.

Una volta completata la legatura, con le forbicine  riducete al minimo indispensabile i monconi basali che sporgono in fuori.

 

Il parachute fatto con due hackle di discreta grandezza avvolte contemporaneamente risulterebbe difficilmente stabile, anche perché il pelo di coniglio delle nevi se e di qualità è abbastanza scivoloso e non riuscirebbe a trattenere aderenti al corpo le spire dei due calami.

Di qui la necessità di ancorare saldamente il parachute all’asse dell’amo con lo spezzone di filo.

In questo modo tutta la struttura acquista grande stabilità e ci permette di montare il fiocchetto il più possibile vicino all’occhiello garantendo all’artificiale la  postura più corretta.